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mercoledì 12 giugno 2013

La sinistra etica e antropologica

C'è una sinistra che ha rinunciato ai grandi orizzonti, ma rifiuta con orrore anche la strada della realpolitik e del pragmatismo. Così non gli resta che rifugiarsi in una dimensione etica e antropologica, dove da una parte mantiene il moralismo fanatico dei rivoluzionari, lanciando anatemi contro ogni compromesso bollato come tradimento, senza però avere idee rivoluzionarie e sostituendole con il rancore e la vendetta. Questo nuovo moralismo dall'altra parte si incrocia con il cinismo, a cui però non corrispondono soluzioni pragmatiche, ma solo l'arroccarsi nella propria presunta superiorità antropologica.  E' la sinistra etica e antropologica, che fa di ogni questione una grande battaglia morale di civiltà, che scaglia la sua invettiva indignata contro i codardi che non la seguono nelle sue guerre, ma a ben vedere gode nell'essere una minoranza elitaria.
Ma la sinistra etica e antropologica è anche una religione, con i suoi sacerdoti della società civile, dove la Costituzione è il vangelo, i suoi articoli dei dogmi eterni, i pm i cavalieri del Verbo e Berlusconi è il diavolo. Una Costituzione spesso sfigurata e strumentalizzata, come quando pretendono che il presidente della Repubblica sia una parte in causa e non quella figura di garanzia dell'unità nazionale e di terzietà che la Costituzione prevede.

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