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martedì 22 maggio 2012

I ballottaggi del 20-21 Maggio 2012, Vince il PD, prima volta di Grillo a Parma

La mappa politica del Piemonte e della Lombardia è completamente ribaltata, il centrosinistra con il PD come perno vince quasi ovunque. Vittorie storiche a Como, Monza, nei centri della Brianza, nelle roccaforti leghiste, e nell'Interland milanese, in comuni dove governava il centrodestra da dieci, vent'anni. Meda, Magenta, Lissone, l'onda lunga di Pisapia e la voglia di cambiamento arrivano anche qui. Si tratta di un cambiamento storico nei feudi del centrodestra e della Lega che non può essere derubricato con le divisioni del centrodestra o oscurata con la vittoria di Grillo a Parma. Stiamo parlando delle zone più popolose e importanti sul piano economico del Paese. Agevole la vittoria anche a Sesto San Giovanni dopo la vicenda Penati. Ma anche in Piemonte il centrosinistra torna a vincere ad Alessandria e Asti.

Nessuna sorpresa a Genova dove il candidato di SeL sostenuto da tutto il centrosinistra vince, vittoria del centrosinistra a Piacenza, nello storico feudo di centrodestra di Lucca.

Solo al Sud il centrodestra tiene in alcuni capoluoghi come Frosinone, Trani, Trapani e già al primo turno Lecce, mentre al Nord fa eccezione Verona con la vittoria di Tosi al primo turno, quasi una vittoria personale più che di partito. Con la lista civica a suo sostegno di gran lunga la più votata.
Su 180 comuni sopra i 15000 abitanti, in 98 vince il PD e il centrosinistra.

A Parma il candidato grillino vince il ballottaggio triplicando i voti rispetto al primo turno, Parma e gli altri comuni dove c'era un grillino al ballottaggio come Garbagnate sono le uniche città dove gli elettori sono tornati al voto per il ballottaggio in numero quasi uguale, e tutti quelli che avevano votato liste escluse dal ballottaggio si sono dirottati sul candidato grillino. Si delinea un elettorato trasversale, principalmente proveniente da destra (Parma è una città di destra) e in parte dall'estrema sinistra, che se c'è un candidato 5 stelle al ballottaggio va a votarlo, mentre se al ballottaggio c'è un pezzo di centrodestra rimane a casa, segno di una profonda frantumazione e divisione a destra, dove la rottura tra PdL e Lega non è faccenda tra apparati, ma riguarda l'elettorato. La coalizione di centrodestra non esiste più come base sociale, alcuni votano ancora il singolo partito, altri si astengono, tutti scelgono solo Grillo come seconda scelta, e non l'altro partito di destra. Si tratta di uno schema non ripetibile a livello nazionale, dove non c'è il doppio turno, ma che denota un'area di espansione da parte del mov. 5 stelle che il centrosinistra attualmente non ha.
Il PD è il primo partito italiano, l'unico partito di massa e presente su tutto il territorio nazionale, la coalizione di centrosinistra oggi sarebbe vincente a livello nazionale, ma non si vede una proiezione espansiva nei confronti del resto del'elettorato, su questo bisognerà lavorare. Al secondo turno il centrosinistra vince praticamente ovunque tranne a Parma, ma ribadendo sostanzialmente i voti del primo turno o in alcuni casi faticando a riportare al voto tutti i propri elettori.

In conclusione il PD ha vinto senza ombra di dubbio queste elezioni, nonostante l'astio antipolitico dei mass-media che lo voleva equiparare agli altri partiti in caduta libera, nonostante il lisciare simpatizzante dei media nei confronti del movimento 5 stelle che dura da almeno l'estate scorsa e coinvolge i centri mediatici più disparati, da Libero.it a Il Corriere della Sera.
Ma vi sono come detto dei segnali da non sottovalutare, il centrosinistra non ha in questo momento capacità espansiva, mentre il mov. 5 stelle è un'opzione in seconda battuta per un vasto elettorato, senza però dimenticare che stiamo parlando di un Movimento che attualmente non esiste al centro e al Sud.

domenica 20 maggio 2012

Il momento del terrorismo

“E' questo il momento” dice un brigatista durante il processo. Quando i terroristi di qualsiasi matrice pensano che sia il momento di agire? I terroristi non cercano il consenso democratico, sono autoreferenziali e consapevolmente minoranze. Il “momento” sono quindi i momenti di frammentazione, quando non c'è un blocco sociale cementato che regge la società, quando c'è un clima di sfiducia verso gli elementi intermedi che fanno la democrazia, quando cresce l'insofferenza verso lo Stato nazionale al quale si contrappone la propria comunità monolitica e incontaminata, l'intolleranza verso la democrazia rappresentativa e la proposta politica con le sue mediazioni a cui si contrappone il mito totalitario della democrazia diretta, le campagne di odio e delinquenza verbale portate avanti contro equitalia da Beppe Grillo, il quale predilige la mafia allo Stato, le diffamazioni contro le basi storiche della Repubblica, la volontà di eliminare i partiti. I cattivi maestri esistono, negli anni '70, come oggi. E' dalle derive ideologiche, dalle campagne mediatiche, dai guru oracolari, dall'insulto quotidiano dei comici, dalla corporazione degli opinionisti anticasta, dall'idea che l'attivismo compulsivo è virtuoso ed è chiamato alla missione di smuovere la presunta passività delle masse, da queste variabili nasce il clima e prendono gli imput i terrorismi di diversa provenienza, tutti accomunati dalla volontà di dimostrare la vulnerabilità dello Stato democratico e delle istituzioni dirottando in questo modo l'indignazione più su di esso che sull'atto terroristico.
Ad ogni atto terroristico scatta poi una certa retorica del chi sono i mandanti e del cui prodest, e cioè a ben vedere gli stessi soggetti che creano il clima fertile al terrorismo sono anche quelli che sostengono che dietro al terrorismo ci sarebbe lo Stato stesso o quantomeno se ne beneficerebbe. Pur essendo vero che una democrazia immatura come la nostra ha vissuto la stagione dei depistaggi e delle infiltrazioni nello Stato democratico, è chiaro per esempio che le stragi degli anni '70 erano opera dei fascisti che non possono essere deresponsabilizzati con la teoria che fossero solo neutra manovalanza, così come il terrorismo rosso era figlio della sinistra extraparlamentare e in particolare dell'autonomia e non di chissà quale complotto internazionale. Il terrorismo di oggi è figlio innanzitutto dell'antipolitica. Non bisogna avere paura a dirlo.

domenica 13 maggio 2012

Amministrative 6-7 maggio 2012, ha davvero vinto l'Antipolitica?

Per un'analisi completa di questa tornata amministrativa, bisognerà aspettare i ballottaggi, ma vi sono alcuni aspetti e dati che paiono già chiari.
Ha votato il 66% degli aventi diritto, l'astensione è stata tutto sommato contenuta rispetto alle previsioni.
Il PD è l'unico partito presente su tutto il territorio nazionale e l'unico che si attesta ampiamente sopra il 20%. Intorno c'è una grande frammentazione e sono state fatte alcune frettolose affermazioni sull'onda di impatti forti, ma parziali, come il 20% dei grillini a Parma che vanno al ballotaggio. Parlare di boom del mov. 5 stelle è eccessivo, perchè questo movimento praticamente non esiste al centro e al sud Italia. E' un fenomeno emiliano con lusinghieri risultati nelle regioni limitrofe, ma in proiezione nazionale i numeri si ridimensionano decisamente.
L'altra frettolosa considerazione è l'estinzione del PdL, il PdL crolla sotto il 10% al nord, ma esiste ancora al sud, dove vince a Lecce e Catanzaro, mentre a Rieti va al ballottaggio.
La Lega Nord crolla anche lei nelle sue roccaforti originarie, soprattutto lombarde, ma non sta meglio in Piemonte, solo a Verona un maroniano, Tosi, fa man bassa di voti, ma attraverso una sua lista civica.
Boom ed estinzione sono le due parole sbagliate per valutare queste elezioni, possono andare bene per qualche eccessivo siparietto comico.

Ma il vero controsenso è affermare che ha perso la politica e ha vinto l'antipolitica (intendendo per antipolitica non il mero qualunquismo, ma l'attivismo distruttivo contro tutti i partiti, nel rifiuto di ogni contaminazione). Chi ha perso sono la Lega Nord e il PdL, che hanno cavalcato per anni l'antipolitica, la lega non è un partito, ma è un movimento storicamente antipolitico, che ha continuato a darsi un'identità antipolitica anche al governo. Quindi ha perso un pezzo di antipolitica ormai logora e impresentabile, e ne ha beneficiato una nuova formazione antipolitica, ma al contempo il primo partito italiano, l'unico a carattere di massa e nazionale, è il PD, un partito politico nel classico senso della parola, che in quanto a radicamento non ha nulla da imparare dai grillini.
Infine si ridimensionano fortemente Vendola e Di Pietro, quest'ultimo in un trend negativo già dalla precedente tornata sta perdendo voti a beneficio di Grillo.

Perdono quei movimenti che competono sul terreno dell'Antipolitica con Grillo, ormai monopolista del verbo antipartitico, crollano al Nord il Pdl e la Lega, perchè sono le due realtà che ci hanno portato all'attuale crisi economica, che si fa sentire più al Nord che al Sud. Ma ferme al palo anche le formazioni centriste che hanno dato un sostegno acritico al governo Monti, viene invece premiato il sostegno critico al governo Monti del PD, partito che si è assunto la responsabilità di appoggiare l'unica alternativa al default greco a cui ci stavano portando Bossi e Berlusconi, ma senza perdere la sua fisionomìa, senza eccessivi mal di pancia da una parte ne' infatuazioni tecnocratiche dall'altra. Infine totalmente insignificante l'opposizione “da sinistra” al governo Monti.
Ma queste elezioni e questa fase è accompagnata dal risorgere del terrorismo, terrorismo che ha sempre dei mandanti morali e culturali, argomento da affrontare a parte.

giovedì 10 maggio 2012

Sabina Rossa sul nuovo terrorismo

"Il messaggio è chiaro la svolta è avvenuta. Cercano proseliti."

Dove? Nella rabbia sociale, tra chi sta perdendo certezze e lavoro?

"Questo è un discorso che non voglio nemmeno sentire. La storia ci insegna che il terrorismo è stato un fenomeno piccolo-borghese che ha trovato manovalanza ieri nel disagio oggi può trovarla nell'antipolitica. Ma lasciamo stare, ieri come oggi, le fabbriche che anzi sono sempre state un presidio di democrazia."

Sabina Rossa, deputata del PD, figlia di Guido Rossa, operaio e militante del partito comunista italiano, assassinato dalle brigate rosse nel 1979.

L'Unità 7 maggio 2012