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domenica 25 giugno 2023

La Wagner attacca Putin, comunque vada...

Comunque vada a finire Putin ne esce come un leader debole e sfiduciato che non controlla le sue truppe. Un danno d'immagine e reputazione irreparabile e che è la cosa peggiore che possa capitare ad uno come lui che ha costruito il suo mito sull'idea di un leader forte supportato da un consenso monolitico. Già che non fosse uno statista come lo dipingevano i media occidentali (sia quelli pro che quelli contro, che quelli "neutri") lo si era capito con la visionaria idea di entrare a Kiev in tre giorni accolto dagli ucraini come il liberatore di un fantomatico governo neonazista. Ma passare per un debole indeciso e spaventato è molto peggio. L'immagine e la propaganda sono tutto in una dittatura, più degli esiti militari.

Oggi sappiamo che in Russia ci sono almeno quattro opposizioni. L'opposizione democratica e pacifica, di chi va in galera per anni per reati di opinione, l'opposizione di quei ex oligarchi caduti in disgrazia e l'opposizione dei patrioti russi antiPutin che praticano il sabotaggio e la guerriglia armata, ma ora anche la faida interna della Wagner. Sicuramente ce ne sono altre non captate dai distratti radar dei media europei, che per anni ci hanno raccontato di un consenso granitico al dittatore. 

D'altra parte media e cancellerìe europee fino al giorno prima dell'invasione negavano che Putin avesse intenzione di invadere l'Ucraina, deridevano le informative della Cia e dei media americani che lanciavano l'allarme sullo spostamento di truppe russe. L'Europa, se Putin avesse finalizzato il suo piano di un blitz repentino, erano già pronte ad accomodarsi come sempre con lo zar, d'altronde la Germania in questi mesi ha continuato il suo ventennale doppio gioco vendendo tecnologia militare ai paesi alleati della Russia, mentre gli aiuti militari dei paesi europei all'Ucraina sono al minimo indispensabile, al contrario di quello che raccontano le solite truppe di finti pacifisti da sempre al servizio della Russia.  


lunedì 19 giugno 2023

Dai giovani angeli del fango al fango sui giovani

In questi giorni i giovani sostengono la prova di maturità, corriere e repubblica sono incoraggianti e congratulanti verso i nostri ragazzi, eppure l'altro ieri il clima mediatico era emotivo e generalizzante, erano palate di fango contro i giovani, dopo i fatti del dramma del bambino morto nella collisione stradale. Due settimane fa però i giovani secondo corriere e repubblica erano gli eroi, gli angeli che spalavano nel fango per le vittime dell'alluvione della Romagna, poi i giovani sono diventati dei delinquenti, allora i tromboni e i mopralisti si sono lanciati in prima linea per la consueta campagna estiva antigiovani.

Veltroni intervista Crepet, colpa dei genitori della generazione dei contestatori che fanno gli amici dei figli ci dice. Un paio di calcoli, la generazione della contestazione ha minimo 70 anni, oggi sono nonni, Crepet è forse sfasato nel tempo? Di quali genitori parla? Per Crepet i contestatori che hanno contestato i propri genitori ora dovrebbero contestare i figli, che però sono i nipoti, l'importante è contestare, criticare, pontificare. 

Per fortuna il mondo reale va da un'altra parte, la gente ha sempre meno voglia di conflitti e colpevoli, ma vuole meno tasse e più soldi in busta paga, più sicurezza nelle strade e nelle proprie case. La politica, l'ideologia, è stata la religione del novecento, oggi resiste minoritariamente ma compattamente alla nascita del nuovo secolo, e lo fa dietro le vestigia dei toni apocalittici sulla società e l'età che viviamo e prima ancora dell'antipolitica, che però sempre politica è, ma sottoforma di un qualunquismo ideologizzato e politicizzato, al contempo di una ideologia qualunquistizzata, che arriva alla mostruosità di non provare sentimenti umani verso la morte di un avversario. 

mercoledì 7 giugno 2023

Contronarrazione della storia degli ultimi 75 anni

Per Benedetto Croce il fascismo era una parentesi in una storia d'Italia e di un popolo dalla tradizione cristiana e liberale. Per la sinistra invece gli italiani sono in maggioranza e intrinsecamente fascisti e per questo la democrazia e la sovranità popolare va contenuta dalla costituzione e da entità sovranazionali come l'Unione Europea o da organi non elettivi come la magistratura e la burocrazia statale, per evitare che il popolo cosiddetto fascista prenda il potere. Ma cosa ci dice la storia? 

Il fascismo cade nel 1945, da allora i movimenti neofascisti al responso elettorale non escono mai da nicchie ultraminoritarie, ma all'inizio degli anni '70 basta un banale risultato dell'8% da parte del Msi per scatenare un' isteria "antigolpista" da parte della sinistra comunista, eppure nel 1948 il popolo italiano aveva scelto il campo atlantista moderato contro l'opzione di una dittatura filo-sovietica e contro ogni regressione neofascista dall'altra parte. Togliatti allora contrattaccò all'inizio degli anni '60 cercando di staccare il Vaticano dagli Stati Uniti, proprio ciò sfociò nei movimenti antiamericani cattocomunisti del '68, ma anche per effetto contrario nella emorragia missina dalla Dc, ma un Msi quindi con una forte componente filoUsa e filoIsraele, intanto parte di questi movimenti sessantottini fuoriuscirono dal Pci filosovietico per entrare in orbita filocinese, il delitto Moro crea un cortocircuito e una controisteria dissociativa nella sinistra, perchè le Br erano un movimento autoctono nato nel seno del Pci che però scompaginava le tattiche geopolitiche del Pci, intanto il Psi di Craxi cerca di creare una sinistra riformista e autonoma dai comunisti, che nel frattempo si dimenano in enormi contraddizioni interne un po' tratteggiate qui sopra, poi tangentopoli illude la sinistra comunista di poter prendere il potere, ma ancora una volta nel 1994 gli italiani fanno una scelta di campo anticomunista, ma non per il fascismo ma per la libertà, eppure la sinistra accusa la destra liberale di aver sdoganato la destra fascista, ma poi per ottenere consenso il capo dei neo fascisti Fini deve in realtà abiurare il fascismo, prenderne le distanze, allora in chiave antiBerlusconi diventa perfino un utile idiota della sinistra e un rispettabile conservatore nei salotti perbene di sinistra, ma come si vede un fascista in Italia per allargare il consenso nel campo della destra storica, dei conservatori, dei liberali, deve prendere le distanze dal fascismo, proprio come ha fatto la Meloni, che ancora una volta porta la destra nel campo occidentale contro la Russia postsovietica e fasciocomunista di Putin, dopo le sbandate di Berlusconi, Salvini e di un certo mondo cattolico egemonizzato dai comunisti, disorientando al contempo una sinistra dividendola al suo interno, tra filoputiniani, antiputiniani e ambigui.

In definitiva, c'è una sinistra che sa di essere minoranza nel paese e che da una parte cerca di attrarre a sè il variegato mondo centrista, cattolico, moderato, conservatore, liberale e dall'altra la sinistra radicale, per creare una maggioranza raccogliticcia, ma in nome di cosa? Dello spauracchio inventato fascista, quindi in nome della democrazia e della libertà ci spiega che la sovranità popolare va limitata, perchè s'inventa una maggioranza nel paese di fascisti per giustificare la sua dittatura di leninisti pedagoghi che devono rieducare il popolo. Da una parte denigra il mondo centrista come della sinistra radicale accusandolo di destrismo e fascismo, ma dall'altra lo richiama all'ordine in nome di un inventato pericolo fascista. 

Cosa scompagina il piano? La politica internazionale: quando il centrodestra non sbanda e capisce che deve collocarsi su un piano occidentale atlantico liberaldemocratico (1948, 1994, 2022) trova la maggioranza nel paese, un paese che conosce i suoi interessi e la sua collocazione. Quando invece il centrodestra si mette a cazzeggiare sulla sua collocazione geopolitica e dall'altra la sinistra riesce a convincere i centristi e la sinistra radicale che c'è un pericolo neofascista nel paese, può ottenere una aleatoria maggioranza.