Finalmente la Meloni. Si distingue dagli alleati del centrodestra così come dai neofascisti. Finalmente una autentica destra storica, non se ne poteva più infatti di una destra di fascisti, fasciocomunisti e pseudoliberali rincoglioniti che si bevono la propaganda comunista di Putin. Questa è la destra liberale, democratica, patriota, occidentale che auspico? Vedremo, ma la strada sembra tracciata.
Potrebbe essere una chiarificazione importante che ci toglie dalla confusione, da una parte la sinistra la smette di far finta di essere liberale ed equidistante dicendo apertamente e coerentemente che sta col dittatore comunista Putin (in questo senso si legga l'ambigua e melliflua intervista di Prodi al corriere), e dall'altra la destra si libera delle scorie degli anni venti del novecento e torna ad essere la parte di sempre dei liberali. Vedremo.
La Meloni, sulla strada tracciata da Draghi, ci sta liberando concretamente dalla dipendenza energetica dalla Russia a cui la sinistra d'alemiano-grillina ci aveva condannato, l'importante ora è non attardarsi in una linea Mattei, capendo bene i reali interessi dell'Italia e degli italiani.
Qualcuno si dispera per il ritorno della guerra fredda, ma forse ci si dimentica che la guerra fredda era un ordine, sancito a Yalta, mentre la globalizzazione degli ultimi anni è stata il caos. Questo ovviamente significa due cose: Non bisogna detronizzare Putin senza una chiara alternativa, ma bisogna sconfiggerlo e delimitarlo, dando tutta la sovranità libera agli ucraini.
Sento tante questioni di lana caprina, è ovvio che la verità non sta mai tutta da una parte e il torto dall'altra, ma c'è sempre un aggredito e un aggressore e da che storia è storia l'aggressore dice sempre di essere stato provocato o anche che gli aggrediti hanno commesso crimini, cosa in alcune circostanze vera, ma che non cambia il senso della storia. Ma chi come me è stato un veterocomunista nostalgico dell'Urss, ma poi ha toccato con mano cos'è il totalitarismo, proprio per questo non può fare l'equidistante di chi tiene un piede nell'antiamericanismo, uno nella socialdemocrazia e uno nel liberalismo occidentale in maniera strumentale.