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giovedì 20 dicembre 2018

Il social(ista) Salvini

La pagina facebook di Salvini è uno strumento eccezionale per capire il fenomeno salviniano. Scordate la Lega di Bossi, siamo di fronte ad un fenomeno completamente nuovo, ad una sorta di comunismo qualunquista e reazionario, nell'esaltazione del popolo in quanto tale. Se le idee socialiste e comuniste difendevano i diritti economici del popolo, ma portavano avanti l'idea di un'umanità nuova che doveva superare le classi sociali precedenti e le loro identità culturali, comprese quelle popolari, il comunismo di Salvini esalta il popolo in carne e ossa in maniera totalmente acritica: tutte le cose che si sentono dire nei bar diventano l'enciclopedia evangelica per Salvini, non aver studiato diventa un titolo di merito, chi non sa sa e chi sa non sa, potrebbe essere il motto di Salvini, sempre a caccia di quelli che lui chiama i "professoroni" e i "tecnici". E se è vero che "gli intellettuali", "i radical-chic" (definizione che ormai comprende chiunque non la pensi come loro) possono essere odiosi e saccenti, cosa c'è di ancora più odioso di un ignorante saccente e arrogante che pretende di saperne di più di un medico, un economista?

Se la sinistra classica insieme alla lotta di classe contro i "padroni" accompagnava un'etica del lavoro, Salvini alimenta la nostalgìa di quando si andava in pensione a 50 anni, si poteva avere il posto fisso senza impegnarsi, parla più ai pensionandi e ai disoccupati che al mondo del lavoro, anche se molti ancora credono che questo lato sia più repertorio dei grillini, confidando appunto che la lega sia ancora quella di prima, la rappresentante dei ceti produttivi del nord. Invece l'alleanza giallo-verde si compenetra, crea un nuovo polo deciso a durare. Questa unione è un po' Toni Negri e un po' l'assistenzialismo democristiano.

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