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mercoledì 1 novembre 2017

La strategia di Togliatti per il potere

Alla base della strategia per il potere di Togliatti c'è l'alleanza tra la classe operaia e il ceto medio. Immune da un certo schematismo classista che per ragion di stato aveva dovuto riverire, il segretario del Pci sa che in Italia sono i ceti medi a fare la differenza, ma per ceti medi non intende i ceti medi riflessivi che saranno in futuro tanto cari ad intellettuali come Ginzburg e a una certa intellighenzia di sinistra, ma gli artigiani, i mezzadri, gli agricoltori, i piccoli imprenditori, i professionisti urbani, insomma, tutta la colonna vertebrale produttiva della nazione. Convinto che una certa violenza sindacale da bienno rosso, priva di una strategia per il potere e di uno sbocco politico, abbia gettato nelle braccia del fascismo i ceti medi, tutta la sua politica è volta a non spaventarli e a cercare una convergenza con essi. Ciò porta il migliore a vedere nel partito che li rappresenta l'interlocutore privilegiato, cioè la democrazia cristiana, più di un partito socialista e di un partito d'azione dominati da spinte massimalistiche ed estremistiche. Allo stesso tempo per Togliatti la borghesia non ha più nessuna funzione progressiva ed è in toto reazionaria, intesa nella sua fase suprema di capitalismo finanziario e imperialistico, perciò l'Italia è matura per il passaggio al socialismo, ma solo se la classe operaia saprà essere non settaria e in grado di portare dalla propria parte i ceti medi. Tutta questa architettura si scontra con la consapevolezza del capo dei ceti medi, De Gasperi, della inconciliabilità di obbiettivi futuri tra la prospettiva della dittatura del proletariato, seppur mitigata in un'idea di democrazia popolare, e la scelta di campo liberale, occidentale e democratica. Nonostante ciò Togliatti non demorderà e cercherà all'inizio degli anni '60 una sponda con il mondo cattolico, intravvedendo in maniera precorritrice quella che verrà in seguito definita la fuoriuscita dall'occidente della chiesa cattolica, cercando un dialogo non solo per l'appunto con il nascente fermento antioccidentale di certe correnti e settori ecclesiastici, ma anche con il concetto di dittatura, che Togliatti sa che settori della chiesa non rinnegano. Una convergenza quindi in chiave antiliberale e antiindividualistica, che è in qualche modo una costante nel progetto storico del dirigente comunista, che già con l'appello ai fratelli in camicia nera nella metà degli anni '30, aveva inteso la riconciliazione nazionale in senso antidemocratico e antiliberale, cercando la convergenza con quei settori del fascismo antioccidentali e anticapitalistici.

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