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venerdì 26 maggio 2017

Il padre e la madre del grillismo

Acceso dibattito in questi giorni tra il Foglio e La Repubblica, i due giornali rivali si rimpallano la maternità e la paternità del grillismo, diciamo subito, avendo in parte o in pieno ragione entrambi. Il grillismo è indubbiamente figlio del giustizialismo, del quale il giornale fondato da Eugenio Scalfari ne è stato un interprete indiscusso. A volte l'organo ufficiale dei cinque stelle, Il Fatto quotidiano, sembra davvero il figlio degenere de La Repubblica. Eppure anche il berlusconismo ha la sua parte di responsabilità nella gestazione del mostro grillino. Non credo molto per quello che sostiene Michele Serra nella sua piccata risposta a Cerasa, non tanto perchè, mi pare di capire, il grillismo sarebbe una risposta sbagliata alla corruzione del centrodestra, che sa tanto di grillini come compagni che sbagliano, ma invece per il fatto che Berlusconi a suo tempo ha sdoganato il peggiore populismo, che si è poi riversato nella setta di Casaleggio, insieme a frotte di puristi delusi dalla sinistra. Per non parlare dell'orrenda alleanza di Silvio con zio Vlad, che ricompare intatta anche nei cinque stelle, al netto degli ipocriti ne' ne'. Da ultimo, lo sdoganamento del fanatismo animalista, tanto trasversale anche questo al grillismo. Quindi chi è il padre e chi è la madre? Giustizialismo moralista, fanatismo ambientalista e animalista, populismo, simpatìa per l'asse nazi-islamico-comunista Russia-Venezuela-Iran, una miscela che può distruggere la democrazia alla quale bisogna aggiungere gli elementi "originali" del grillismo, deliri antiscientifici, paranoia complottista, decrescita economica, parabrigatismo, come se non bastasse.

sabato 20 maggio 2017

Più che contro i muri contro il Pd

Come può un esponente del Pd aderire a una manifestazione come quella "contro i muri" del 20 maggio a Milano, che contraddice totalmente tutta la linea del Pd degli ultimi mesi sui temi dell'immigrazione, della sicurezza e dell'identità, portata avanti anche dal governo e che si compone nel tentativo di coniugare solidarietà e sicurezza, diritti e doveri, integrazione e legalità? Basta leggere l'appello della manifestazione per rendersi conto di come le parole d'ordine siano totalmente monche: diritti senza doveri, totale assenza di ogni riferimento alla sicurezza, al terrorismo, ai poliziotti aggrediti, totale mancanza di complessità e semplificazione manichea, da una parte i migranti discriminati e i loro paladini, dall'altra i cattivi razzisti che li discriminano. Dicevamo, che ci fa il Pd ad una manifestazione del genere, dove viene definito "peggior destra", dove gli slogan sono tutti contro i ministri Orlando e Minniti, dove si inneggia all'immigrazione clandestina ("nessuno è illegale"): Schizofrenia? Masochismo? Appare evidente il tentativo della borghesia rossa milanese di usare i migranti (sfruttati due volte, prima dai trafficanti e ora dai loro padroni solidali) per mettere in difficoltà Renzi, la convergenza tra Sala, i vecchi burocrati dell'ex Pds e i rivoluzionari da salotto, l'accozzaglia di Radio Popolare, Feltrinelli, tutto quel mondo che negli anni '20 sfilava in camicia nera, negli anni '70 sognava Mao Tze Tung e negli anni '90 si dava al giustizialismo manettaro, con un unico obbiettivo di sempre, colpire il riformismo.