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domenica 17 luglio 2016

Il male esiste

In una società dove tutto è relativo risulta non solo impossibile, ma persino sconveniente pensare che esista il Male e ancor di più guardare il Male negli occhi. Succede che i social networks e i media in generale censurino le immagini e i video della strage di Nizza, mentre le autorità arrivano a voler imporre il rogo di tutti i filmati della strage. Dietro il perbenismo di non voler urtare la sensibilità dei parenti o l'ipocrisia di qualche strana strategìa del silenzio, c'è la ferrea volontà di non voler guardare in faccia la realtà, mentre si lasciano liberi i siti dell'Isis e del terrorismo palestinese di proliferare in rete. Immaginate se gli alleati e i sovietici dopo aver liberato i campi di sterminio, avessero censurato le immagini dei corpi scheletrici, delle fosse comuni, dei bambini morti, dei forni crematori, per non urtare la nostra sensibilità piccolo-borghese. Cosa penseremmo di loro? E che percezione avremmo del nazismo se non avessimo mai visto quelle immagini? Anche allora c'erano gli ipocriti e in Germania quelle immagini il pubblico le potè vedere solo negli anni '60. Forse tra 20 anni ci faranno vedere le immagini dell'11 settembre e di Nizza, ma potrebbe essere troppo tardi. Ma la strategìa degli occhi chiusi e degli struzzi va anche sul patetico quando i media diffondono l'idea del pazzo, depresso e isolato, lasciato dalla moglie, di quattro drogati sbandati, lo pseudosociologismo vagomarxista dell'emarginato, del povero o la retorica buonista del discriminato, ma l'unica follìa è non vedere l'esistenza di una lucida e razionale stategìa di morte alle spalle della quale c'è un'ideologia religiosa e politica, una vasta rete organizzativa e di complicità e un intero stato che si chiama Stato Islamico. Ma la sindrome di Stoccolma dell'Europa e dei suoi giornalisti sconfina nella stupidità quando si arriva a sbandierare il dato che il 10% dei jihadisti avrebbe problemi psichici, come dire che il 90% è perfettamente sano. Anche nel caso dell'eccidìo di Monaco di Baviera le dichiarazioni della polizia vanno prese con le pinze. E' la stessa polizia tedesca che ha occultato per giorni gli stupri e le violenze di capodanno contro le donne tedesche da parte di profughi e immigrati. Altro che Breivik e bullismo.

Le nostre società occidentali si basano sulla libertà, che è libertà di critica, siamo liberi di criticare il governo, lo stato, la polizia, la chiesa, siamo liberi di criticare Dio, come noi stessi, la nostra storia e la nostra identità e questo modo di vivere per i fondamentalisti islamici è inaccettabile, per questo ci odiano e ci vogliono sterminare e noi questo nostro modo di vivere dobbiamo assolutamente difendere. Ma questa nostra capacità non va confusa con un'autocritica che è odio di sè, masochismo, che porta a colpevolizzare noi stessi per ogni male del mondo e ancor di più per ogni atto di terrorismo. E in questo confine tra critica e masochismo che l'Islam ci invade. Eppure quando si tratta di criticare l'Islam o analizzare il male dall'altra parte il nostro cervello si spegne, diventiamo acritici. Un doppio meccanismo da una parte e dall'altra, un cortocircuito che l'Islam strumentalizza a suo vantaggio. Allora quando dopo la strage di Nizza sentiamo figure di cretini autorevoli come Gino Strada e sua figlia - strani figuri di "pacifisti" con la bava alla bocca e tracimanti odio per tutto ciò che è occidentale e al contrario caritatevolezza e comprensione per tutto ciò che è terrorismo e razzismo antioccidentale - affermare sui social network che decine di persone sono state maciullate, ma la colpa in realtà è nostra perchè abbiamo fatto la guerra, con una volgare e banale inversione dei processi di causa ed effetto, senza dire una parola sull'Islam, possiamo in nome della libertà considerare ciò un normale esercizio di libera critica o dobbiamo considerarlo uno strumento del terrore e del Male e fare in modo, per difendere la nostra libertà più ampia, che non gli sia permesso di diffondere il loro messaggio sui social e in rete, anzichè censurare la realtà? Cominciamo anche da questo.

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