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lunedì 1 febbraio 2016

Cossutta ultimo baluardo comunista, parte seconda

Cossutta vide lucidamente come nella mozione 1 del congresso della bolognina che sancì la fine del Pci, non c'era una reale autocritica della storia del comunismo, ma un'operazione opportunistica e trasformistica di chi voleva cambiare formalmente nome e simbolo al partito solo perchè capiva che il vento era cambiato, oltre che perchè per accedere al governo del paese era necessario farlo. Paradossalmente il vecchio comunista, bollato come "ortodosso" e "conservatore", invitava invece ad una profonda revisione, autocritica e rinnovamento, ma senza cambiare il nome e il simbolo, senza perdere gli ideali comunisti. In questo riecheggiava la posizione originale di Togliatti rispetto al xx congresso del Pcus, quando difese Stalin dalle critiche opportunistiche invitando invece ad una seria riflessione su tutto il sistema sovietico. Cossutta vide come il partito stava perdendo la sua base elettorale popolare, e non certo perchè l'Unione Sovietica aveva represso Solidarnosc o perchè era intervenuta in Afghanistan, ma perchè non interpretava più le istanze popolari. Lui stesso però mise le basi per l'alienazione della rifondazione comunista da un elettorato di massa, quando analizzò il fenomeno dell'immigrazione non su basi marxiste, ma con la retorica "anti-eurocentrica" e terzomondista, cadendo per primo nel cortocircuito di sposare le tesi pro-immigrazione della Confindustria e del Vaticano. Inoltre non capì il conflitto tra il pubblico e privato, schierandosi acriticamente per il pubblico, anche quando questo era deformazione burocratica. Infine perseverò nell'errore di scambiare la guerra dei palestinesi come una guerra patriottica e nazionalistica e non per quello che era, una guerra fondamentalista e antisemita di religione, e in generale sottovalutò il tema dell'Islam radicale. Questi tre elementi formano il paradosso della rifondazione comunista, che mentre cercava di combattere la liquidazione del comunismo da parte di Occhetto e D'alema, metteva in piedi una Rifondazione Comunista che smarriva le basi dell'analisi marxista; mentre criticava il vecchio partito di non interpretare più le istanze popolari, commetteva lo stesso errore nei tre temi sopracitati. La storia ha poi confermato questi errori teorici.

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