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lunedì 17 agosto 2015

In italia comandano le opposizioni, la minoranza Pd erede della sinistra studentesca

Il problema politico principale dell'Italia è che comandano le minoranze, le opposizioni, chi dice sempre no. Per accorgersene basta seguire i lavori parlamentari. La maggioranza delle persone è persuasa che il parlamento sia un bivacco di gente che dorme sui banchi, ma non è così. Il tempo parlamentare trascorre in un dominio di interventi ostruzionistici delle opposizioni, in particolare grillini (ma anche Sel e leghisti), che si iscrivono a parlare non per dibattere le leggi proposte dal governo, ma per fare ostruzionismo, diluire i tempi, fare propaganda politica e carnevalate antisistema, in modo da poter dire poi che il governo non fa nulla. Si tratta di un abuso della democrazia, dai tratti sabotatori. Nell'idea dei padri costituenti, infatti, il parlamento doveva essere il luogo del dibattito pubblico, specchio del paese, ma col tempo si è visto che qualcosa non funzionava. Per come sono posti i regolamenti parlamentari, chi vuole usare il parlamento come "tribuna rivoluzionaria" ne viene avvantaggiato rispetto a chi vuole usarlo come luogo della produzione democratica. Tutto viene peggiorato dal bicameralismo perfetto, un sistema che in realtà ne' comunisti ne' democristiani volevano, ma fu frutto di un compromesso. Non è un caso che l'ultimo comunista rimasto in vita, Giorgio Napolitano, si spenda per la riforma voluta da Renzi per trasformare il senato nella camera delle regioni, che era proprio la proposta del Partito Comunista Italiano. Opponendosi a questa riforma, l'opposizione di sinistra del Pd si conferma erede non del Pci, ma della sinistra da assemblea studentesca. D'altronde accusare Renzi di voler fare del Pd un partito di centro o centrodestra abbandonando i rapporti privilegiati con le sinistre più radicali e le radicalità della "società civile" è una sciocchezza antistorica per il semplice motivo che quel partito non fu mai un partito di sinistra-sinistra, ma fin dai tempi di Togliatti si è sempre posto al centro con un carattere fortemente nazionale e una vocazione maggioritaria. L'idea di legarsi alle frange estreme della sinistra e alla gauche da salotto fu poi di chi quel partito lo distrusse, non per fare un partito moderno e riformista, ma per creare quell'orrendo accrocchio "cattocomunista" che fu l'Ulivo, dominato da comunisti da movida e giustizialisti. Tutte cose che Renzi, giustamente, vuole spazzare via.

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