La mancata riforma della legge
elettorale, il mancato taglio ai costi della politica, il non aver
fatto una legge sul conflitto d'interesse, gli scandali della
politica. Questi punti hanno reso possibile il boom di Grillo in
queste dimensioni, per quel che concerne il voto di protesta, cioè
chi vota Grillo a causa degli scandali e delle mancanze dei partiti,
ma magari non condivide tutte le posizioni di Grillo. Ma Grillo non è
solo voto di protesta, fin dagli anni '90 porta avanti una visione
del mondo attraverso i suoi spettacoli: Il cittadino che vive
nell'inganno universale, colpito nel portafoglio dalle lobby
petrolifere, industriali e farmaceutiche, coperte dalle caste
professionali e dagli scienziati venduti al loro soldo, (come Rita
Levi Montalcini, che Grillo definì “vecchia puttana”), vessato
dalla casta politica in cui tutti inciuciano con tutti. Ogni fonte
d'informazione sarebbe menzognera, i giornalisti venduti alla casta,
l'unico modo per conoscere la verità accedere al blog di Grillo e
ascoltare il suo verbo. In questo modo, dopo aver mandato in paranoia
migliaia di persone, diventa automatico che chiunque lo critica è un
servo della casta e chi non lo vota “un colluso”. Grillo ha così
creato un clima da guerra civile dove il cittadino cerca rifugio in
una comunità di gente tutta uguale a lui per combattere tutte le
caste che congiurano e si ingrassano alle sue spalle. Ma tra gli
elettori grillini troviamo una parte di ex elettori di Berlusconi che
dopo aver votato Pdl per vent'anni sono decisi a
lavarsi la coscienza al grido di “i politici sono tutti uguali e
ladri”, ci sono leghisti contrari all'alleanza con Berlusconi
attratti dalla retorica antiEuropa e antitasse, un'altra parte di
sinistri radicali con un'idea della politica e della società utopica
e totalitaria, un nutrito gruppo di forcaioli che hanno abbandonato
Di Pietro, infine piddini delusi dalla linea del Pd che fanno un
“dispetto” al proprio partito. Gli attivisti e i candidati sono
invece più riconducibili all'estrema sinistra, con idee strampalate
e folli in economia, integraliste sull'ambiente, più una quota di
tribù No Tav. A capo di tutto ci sono loro due, Grillo e Casaleggio,
due sessantottini rancorosi, dalla psicologia e dal linguaggio
fascista, convinti di essere due profeti. Ci sono poi gli endorsment.
Adriano celentano, un qualunquista che odia il progresso. Dario Fo,
repubblichino in gioventù, infatuatosi della rivoluzione culturale
di Mao negli anni '70. Mina, in fuga dal fisco. C'è il “ne' destra
ne'sinistra”, già stato del fascismo, del qualunquismo e della
Lega. Non è nuova l'idea della democrazia diretta, idea che ha già
partorito mostri totalitari nel '900. Non è nuova l'idea del partito
degli onesti, già del fascismo e del partito di Di Pietro e
Scilipoti. Non è nuova l'idea del reddito di cittadinanza, vecchio
cavallo di battaglia di Rifondazione e dei Cobas. Non è nuovo il
rifiuto di ogni confronto e dibattito, già strategia di Berlusconi,
ma senza dibattito si uccide la democrazia. Di nuovo c'è l'utilizzo
di internet come strumento di creazione del consenso, spacciato come
liberazione dell'umanità, e la buona fede di tanti giovani che si
avvicinano privi di ogni esperienza politica, con la voglia di
partecipare e di cambiamento.
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