Pagine

mercoledì 27 febbraio 2013

Grillo, non solo protesta


La mancata riforma della legge elettorale, il mancato taglio ai costi della politica, il non aver fatto una legge sul conflitto d'interesse, gli scandali della politica. Questi punti hanno reso possibile il boom di Grillo in queste dimensioni, per quel che concerne il voto di protesta, cioè chi vota Grillo a causa degli scandali e delle mancanze dei partiti, ma magari non condivide tutte le posizioni di Grillo. Ma Grillo non è solo voto di protesta, fin dagli anni '90 porta avanti una visione del mondo attraverso i suoi spettacoli: Il cittadino che vive nell'inganno universale, colpito nel portafoglio dalle lobby petrolifere, industriali e farmaceutiche, coperte dalle caste professionali e dagli scienziati venduti al loro soldo, (come Rita Levi Montalcini, che Grillo definì “vecchia puttana”), vessato dalla casta politica in cui tutti inciuciano con tutti. Ogni fonte d'informazione sarebbe menzognera, i giornalisti venduti alla casta, l'unico modo per conoscere la verità accedere al blog di Grillo e ascoltare il suo verbo. In questo modo, dopo aver mandato in paranoia migliaia di persone, diventa automatico che chiunque lo critica è un servo della casta e chi non lo vota “un colluso”. Grillo ha così creato un clima da guerra civile dove il cittadino cerca rifugio in una comunità di gente tutta uguale a lui per combattere tutte le caste che congiurano e si ingrassano alle sue spalle. Ma tra gli elettori grillini troviamo una parte di ex elettori di Berlusconi che dopo aver votato Pdl per vent'anni sono decisi a lavarsi la coscienza al grido di “i politici sono tutti uguali e ladri”, ci sono leghisti contrari all'alleanza con Berlusconi attratti dalla retorica antiEuropa e antitasse, un'altra parte di sinistri radicali con un'idea della politica e della società utopica e totalitaria, un nutrito gruppo di forcaioli che hanno abbandonato Di Pietro, infine piddini delusi dalla linea del Pd che fanno un “dispetto” al proprio partito. Gli attivisti e i candidati sono invece più riconducibili all'estrema sinistra, con idee strampalate e folli in economia, integraliste sull'ambiente, più una quota di tribù No Tav. A capo di tutto ci sono loro due, Grillo e Casaleggio, due sessantottini rancorosi, dalla psicologia e dal linguaggio fascista, convinti di essere due profeti. Ci sono poi gli endorsment. Adriano celentano, un qualunquista che odia il progresso. Dario Fo, repubblichino in gioventù, infatuatosi della rivoluzione culturale di Mao negli anni '70. Mina, in fuga dal fisco. C'è il “ne' destra ne'sinistra”, già stato del fascismo, del qualunquismo e della Lega. Non è nuova l'idea della democrazia diretta, idea che ha già partorito mostri totalitari nel '900. Non è nuova l'idea del partito degli onesti, già del fascismo e del partito di Di Pietro e Scilipoti. Non è nuova l'idea del reddito di cittadinanza, vecchio cavallo di battaglia di Rifondazione e dei Cobas. Non è nuovo il rifiuto di ogni confronto e dibattito, già strategia di Berlusconi, ma senza dibattito si uccide la democrazia. Di nuovo c'è l'utilizzo di internet come strumento di creazione del consenso, spacciato come liberazione dell'umanità, e la buona fede di tanti giovani che si avvicinano privi di ogni esperienza politica, con la voglia di partecipare e di cambiamento.

Nessun commento:

Posta un commento