(...) Una superficialità difusa nella mentalità italiana che tende spesso a consegnare il destino di una "via d'uscita dagli anni di piombo" alla riconciliazione tra vittime e carnefici, spingendo in prima linea i soggetti più devastati per non farsi carico di un processo di elaborazione culturale lungo e complesso".
pag. 280, Benedetta Tobagi, come mi batte forte il cuore, Ed. Einaudi
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