L'ultima moda dei soliti intellettuali da salotto è sancire la crisi della democrazia liberale. Non gli bastava sancire la crisi del capitalismo da 100 anni e più a questa parte, venendo regolarmente smentiti, ora anche il modello politico del quale loro stessi si ergono a difensori, ma solo in chiave strumentale antisovranisti, per loro è contemporaneamente superato. la solita doppiezza comunista. Vien da sorridere, mentre nelle università (anti)occidentali si teorizzava la superiorità del modello tecnocratico cinese per efficienza, competenza e tecnica, improvvisamente sono scoppiati due eventi storici che hanno ancora una volta smentito i profeti di sventura del crollo della triade democrazia-liberalismo-capitalismo. Il primo è il Covid, che ha mostrato tutta la negligenza, l'inefficienza, l'omertà e la menzogna di un sistema monocratico e tecnocratico come quello comunista cinese. Ma forse ancora più importante l'esplosione di movimenti in tutto il mondo non libero che reclamano quello su cui i sinistrini occidentali sputano: libertà, Suffragio universale, libero mercato. L'elenco è lungo, ma non sono nomi, ma popoli: Venezuela, Cuba, Sudan, NordAfrica, Libano, Iran, Bielorussia, Ucraina, Russia, Hong Kong, Birmania, e chissà quali tanti altri dimenticati e censurati in Africa e Asia. Tutti movimenti che meritano un paio di giorni di attenzione per i nostri media per poi venire censurati, per passare a magnificare quotidianamente gli stalinisti del Black Lives matters e del Me Too.